mercoledì 9 dicembre 2015

Differeza tra WooCommerce e Prestashop


lunedì 11 maggio 2015

da giugno 2015 la nuova legge sull’utilizzo dei Cookie

Pile of chocolate chip cookies isolated on white backgroundA partire da giugno 2015, fatta eccezione per possibili proroghe o sospensioni, entrerà in atto il decreto sui Cookie, approvato un anno fa dal Garante della Privacy e consultabile alla pagina www.garanteprivacy.it.

Il provvedimento, nominato “Individuazione delle modalità semplificate per l’informativa e l’acquisizione del consenso per l’uso dei cookie“, ha come obiettivo una tutela maggiore degli utenti del web attraverso il consenso informato relativo all’utilizzo dei cookie da parte dei gestori dei portali.
Secondo il garante è necessario che i visitatori siano informati sulla tipologia di cookie che vengono utilizzati nei portali che visitano e che diano il loro assenso o meno all’utilizzo di questi.
I soggetti coinvolti in questa manovra sono sia i gestori che le “terze parti” (ad esempio gestori di circuiti adv).
Sul vostro sito infatti, possono essere presenti elementi come immagini, mappe, suoni, link a pagine web di altri domini, che risiedono su server diversi da quello sul quale si trova la pagina richiesta. In questo caso si parla di terze parti.
Cosa prevede la normativa?
Il gestore del sito web deve ottenere il consenso esplicito del visitatore prima di utilizzare i cookie di profilazione (ovvero quelli utilizzati per scopi di marketing). Il consenso lo può conseguire presentando un’informativa breve all’apertura di qualsiasi pagina del sito, su cui l’utente deve cliccare.
Questa normativa coinvolge tutte le tipologie di portali, da quelli aziendali ai blog, quindi gestiti anche a livello amatoriale da privati.
Prima di proseguire, dando qualche utile informazione su come adeguare il proprio sito in modo risponda alle caratteristiche enunciate dalla nuova normativa, ricapitoliamo la distinzione che vi è fra cookies tecnici, di profilazione e analitici.
I cookie tecnici sono quelli utilizzati al sol scopo di “effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica, o nella misura strettamente necessaria al fornitore di un servizio della società dell’informazione esplicitamente richiesto dall’abbonato o dall’utente a erogare tale servizio”.
Vengono utilizzati, ad esempio, per memorizzare i prodotti che vengono inseriti a carrello, semplificando gli acquist,i o permettono il login ad aree riservate . Sono divisi in cookie di navigazione o sessione e rendono un portale facilmente fruibile da parte dell’utente.
I cookie di profilazionesono volti a creare profili relativi all’utente e vengono utilizzati al fine di inviare messaggi pubblicitari in linea con le preferenze manifestate dallo stesso nell’ambito della navigazione in rete”. Considerati troppo invasivi dal Garante della Privacy, sono diventati bersaglio della normativa, per cui devono essere segnalati da chiunque ne utilizzi di propri o di terze parti.
Infatti bisogna “tenere conto del differente soggetto che installa i cookie sul terminale dell’utente, a seconda che si tratti dello stesso gestore del sito che l’utente sta visitando (che può essere sinteticamente indicato come “editore”) o di un sito diverso che installa cookie per il tramite del primo (c.d. “terze parti”).
I cookie analitici, invece, vengono utilizzati per raccogliere informazioni sul numero di visite che un sito riceve quotidianamente. In termini di valenza si possono considerare equivalenti a quelli tecnici.
Per chi se lo stesse chiedendo Google Analytics sembra non rientrare nella casistica dei “cookie di profilazione”, a meno che non si attivino le “estensioni demografiche” che sono un valido strumento per reperire informazioni circa i gusti, le preferenze e interessi degli utenti.
Il Garante della Privacy tuttavia, non fornisce alcuna precisazione sulla questione.
Come adeguarsi alle nuove disposizioni prima del 2 giugno

Gli step da seguire sono descritti con precisione al punto 4. del documento.
Sinteticamente, o in home page o in altra pagina del sito, deve essere visibile un banner, di opportune dimensioni, contenente la comunicazione che il sito utilizza cookie di profilazione , che  consente anche l’invio di cookie “terze parti” (se effettivamente coinvolte) e che riporta ad un link contenente all’informativa estesa.
L’informativa estesa “deve contenere tutti gli elementi previsti dall’art. 13 del Codice, descrivere in maniera specifica e analitica le caratteristiche e le finalità dei cookie installati dal sito e consentire all’utente di selezionare/deselezionare i singoli cookie. Deve essere raggiungibile mediante un link inserito nell’informativa breve, come pure attraverso un riferimento su ogni pagina del sito, collocato in calce alla medesima.”
Prestate attenzione affinché il banner si ponga effettivamente come elemento di discontinuità nella consultazione del sito da parte dell’utente. Insomma non deve essere una piccola finestrella che compare in fondo a destra e che si volatilizza dopo 2 secondi.
Infatti il visitatore dovrà obbligatoriamente prestare consenso all’utilizzo dei cookie, cliccando su un apposito pulsante che permetta la prosecuzione della navigazione.
Nell’informativa breve potrete scrivere che la chiusura dell’informativa stessa o la prosecuzione della navigazione su altre pagine del sito comporta l’accettazione della stessa e quindi anche il caricamento automatico dei cookies di profilazione.

Cosa succede se non adeguo il mio sito alle nuove disposizioni?
Il Garante della Privacy si dimostra piuttosto duro in merito.
Le sanzioni previste vanno da un minimo di 6.000 euro ad un massimo di 36.000 euro in caso di omessa informativa.
E’ prevista una multa da 10.000 a 120.000 euro nel caso in cui venga effettuato l’impianto di cookie di profilazione senza il consenso dei visitatori.

lunedì 5 gennaio 2015

Cambia l’IVA per gli acquisti su siti di ecommerce

Per servizi vengono intesi beni non materiali, quindi applicazioni, software, streaming e abbonamenti ai diversi servizi.
Grazie alla nuova normativa europea, dal 1° gennaio 2015, a qualsiasi servizio acquistato su qualsiasi ecommerce (sia italiano che straniero) verrà applicato il 22% di IVA.
La normativa, infatti, prevede che l’imposta sul valore aggiunta venga applicata in base all’aliquota prevista dal Paese di residenza dell’acquirente e non del fornitore.
Precedentemente, o meglio fino ad oggi, chi acquistava all’estero pagava il servizio con l’IVA del paese del fornitore.

shop-onlineCiò significa che gli italiani che acquisteranno su un ecommerce tedesco, francese, spagnolo, pagheranno comunque il 22% di IVA, mentre i tedeschi che acquisteranno su un eshop italiano, pagheranno solo il 19% dell’imposta.
Questo cambiamento avrà dei risvolti anche per i fornitori di servizi, aziende e privati, che dovranno calcolare l’IVA in base al Paese di provenienza dell’acquirente.
C’è da puntualizzare che la normativa vale solo per transazioni B2C, quindi da aziende a consumatori finali, non da aziende a aziende (B2B) o liberi professionisti e non si applica a prodotti fisici.

sabato 6 dicembre 2014

Novità: dal prossimo marzo, lo shopping online si pagherà con il Bancomat

Da marzo 2015 sarà possibile effettuare acquisti online direttamente con il Bancomat. Lo ha fatto sapere Sergio Moggia, direttore generale del consorzio Bancomat, in occasione del seminario Abi di Ravenna. “A fine marzo – ha dichiarato – saremo pronti per la prima transazione PagoBancomat sul web“.
Siamo in grado di offrire elevatissimi sistemi di sicurezza – ha aggiunto Moggia -. In pratica, non ci sarà bisogno di inserire il numero identificativo della carta o dei codici di sicurezza on line. Una volta attivata in banca la funzione web sulla propria carta, non sarà necessario digitare un pin ma, al momento dell’acquisto, si verrà reindirizzati al sito delle propria banca. Dopo le necessarie verifiche, scatterà il via libera all’acquisto“.
Secondo Moggia, non è nelle intenzioni del Consorzio Bancomat fare concorrenza alle Carte di Credito, “perché c’è posto per tutti, visto che in Italia le transazioni online sono ancora in crescita”.
Nel 2013, il 59% degli italiani ha navgato in Internet, di questi il 91% lo ha usato anche come canale informativo. Tra gli Internet user, il 34% circa ha effettuato acquisti online e, rispetto al 2012, c’è stato un incremento di circa l’8%.
Oggi, i principali metodi di pagamento sono le carte di credito (26%), le carte prepagate (33%), paypal (19%) e il bonifico bancario 9%. C’è però ancora da crescere rispetto alla media europea: Moggi ha detto che in Italia si registrano 75 operazioni di pagamento pro capite diversi dal contante a fronte delle 194 della media continentale.

mercoledì 30 aprile 2014

Supporto di Windows XP giunge al termine

Dopo l’8 aprile 2014, l’assistenza tecnica per Windows XP, inclusi gli aggiornamenti automatici che ti consentono di proteggere il PC, non sarà più disponibile. Se continui a usare Windows XP, il tuo computer potrebbe diventare più vulnerabile ai rischi per la sicurezza e ai virus.
Numerosi fornitori di software, hardware e accessori non supporteranno più i loro prodotti su Windows XP non fornendo più aggiornamenti e driver.
Windows 8 Pro e il nuovo Office dispongono di funzionalità di sicurezza incorporate ancora più efficaci, per proteggere i messaggi di posta e gli allegati. Anche Microsfot Security Essential non sarà più aggiornato pertanto la sicurezza è a rischio e si suggerisce di cambiare antivirus.

martedì 18 febbraio 2014

Il SaaS come vantaggio competitivo

Il vantaggio competitivo del SaaS
Riduzione dei costi, migliore customer experience, time to market inferiore e incremento della collaborazione. Questi i principali benefici che emergono da un recente studio di IBM

Il vantaggio competitivo del SaaS
Riduzione dei costi, migliore customer experience, time to market inferiore e incremento della collaborazione. Questi i principali benefici che emergono da un recente studio di IBM
di redazioneRICERCA18 Febbraio 2014
Quasi metà delle imprese che utilizzano il Software as a Service (SaaS) beneficia di una riduzione di costi e ottiene un vantaggio competitivo. Inoltre migliora la customer experience e accelera il time to market, laddove vengono usati in modo diffuso gli strumenti di social business.

Questo è quanto emerge da una recente indagine condotta dall’IBM Center for Applied Insights tra più di 800 decisori di IT e di linee di business di imprese di varie dimensioni in sei Paesi, tra cui Brasile, Cina, India, Sudafrica, Regno Unito e Stati Uniti.

Quasi un’azienda su cinque tra quelle che hanno partecipato all’indagine ha adottato diffusamente il SaaS, riscontrando forti benefici. Infatti l’utilizzo del Software as a Service le ha rese più agili sul mercato, ha consentito di raggiungere un maggior livello di collaborazione e di prendere decisioni con tempestività rispetto ai concorrenti che ancora non ne fanno uso.

Rispetto alle aziende più inesperte o meno avanzate nell’adozione del SaaS, le “pioniere” infatti hanno una maggiore probabilità di incrementare la collaborazione all’interno della propria l’organizzazione e con l’ecosistema; una probabilità più che doppia di sfruttare l’analytics per trasformare i Big Data in preziosi insight; così come una probabilità più che doppia di aumentare l’innovazione.

«Si sa che una diffusa adozione del SaaS garantisce vantaggi economici, ma le aziende realmente innovative hanno riconosciuto un vero e proprio vantaggio competitivo, che alimenta anche la crescita del fatturato», spiega Craig Hayman, IBM General Manager, Industry Solutions ed executive sponsor dello studio. «Sia che lo utilizzino per entrare in nuovi mercati, per trasformare o creare modelli di business innovativi, o per migliorare le relazioni con i clienti e i fornitori, le organizzazioni “pioniere” adottano il SaaS in modo significativo».

Così ad esempio la compagnia di crociere Princess Cruise Lines ha scelto di utilizzare il Software as a Service per risparmiare e aumentare l’efficienza. Ha quindi adottato una piattaforma di social software fornita in modalità SaaS, per garantire una maggiore collaborazione all’interno del team attraverso un approccio più innovativo. Questo ha rappresentato un elemento di differenziazione competitiva sul mercato, pubblicizzato all'esterno ponendo l’enfasi sul fatto che la compagnia fornisce un servizio di altissimo livello basato sulla collaborazione di professionisti esperti nell’uso dei social.

venerdì 17 gennaio 2014

Voucher per le Pmi che investono nel digitale

Stanziamenti a fondo perduto e detrazioni fiscali per interventi di connessione digitale. Ma anche per l’acquisto di software, hardware, servizi e lo sviluppo di soluzioni di e-commerce.
17 Gennaio 2014
Al fine di favorire la digitalizzazione e l'ammodernamento tecnologico delle piccole e medie imprese, il Decreto Legge n. 145 (ex schema DL 'crescita bis'), che contiene gli interventi urgenti riguardanti l'avvio del piano "Destinazione Italia" pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 dicembre 2013, provvede a stanziare finanziamenti a fondo perduto mediante voucher dell'importo massimo di 10.000 euro
L'art. 6 del decreto pubblicato prevede infatti misure finalizzate a favorire la digitalizzazione e la connettività delle aziende (micro e Pmi), che dunque potranno accedere ad appositi finanziamenti nei limiti consentiti dalla normativa europea di aiuti de minimis, concessi a imprese per l'acquisto di software, hardware, servizi che migliorano l'efficienza aziendale, lo sviluppo di soluzioni di e-commerce, la connettività a banda larga e ultralarga e la formazione qualificata.
Con successivo decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze saranno stabiliti lo schema standard di bando e le modalità di erogazione dei contributi. stabiliranno l'ammontare dell'intervento a valere sui Fondi Strutturali europei per non oltre 100 milioni di euro, nonché lo schema standard del bando e le modalità di erogazione dei contributi.
Sono inoltre previsti incentivi fiscali per promuovere la diffusione dei servizi di connettività digitale presso le Pmi. Si tratta di un'agevolazione per gli interventi volti ad assicurare una connessione digitale veloce da 30 Megabit in su. La detrazione di imposta è del 65% per un massimo di 20.000 euro, per gli interventi di rete fissa o mobile

Fonte: http://www.01net.it/01NET/HP/0,1254,5_ART_156837,00.html